sabato 17 ottobre 2015

La "ricerca" è già luce





Cercando fra le mail del passato, quelle conservate perché "significative", oggi seleziono questa: 


"Gentile Loredana, vorrei tanto trovare una medicina per curare la mia angoscia perenne e le mie difficoltà a relazionarmi. Il senso di vuoto e di non senso della vita che mi pervade spesso sono per me un grosso problema. Appena provo una tecnica (psicologia, pnl, eft, costellazioni familiari) sono molto entusiasta all'inizio ma dopo poco tempo sono punto-e-a-capo, con le stesse angosce, le stesse paure, le stesse credenze limitanti, gli stessi problemi di depressione. Mi entusiasmo facilmente per poi lasciar perdere (tanto non cambia nulla). Sto cercando un punto di riferimento, sto cercando una dritta, sto cercando qualcosa che mi dia un aiuto a capire le mie angosce da anni. Possibile che sia così difficile? Viviamo giorno per giorno, barcollando al buio totale, quando tutti raccontano che da qualche parte c'è la luce? Scusa il lamento..."


Carissima,
non devi disarmare... il tuo "mi entusiasmo facilmente per poi lasciar perdere" mi dice che forse devi apprendere a danzare... Ma cosa significa "danzare"? Per me è quasi una parola magica: è volteggiar fra il cielo e la terra... è saper spostare, con LEGGEREZZA, tutto il peso del corpo da una gamba ad un'altra senza paura di perder l'equilibrio (cosa che facciamo sempre quando camminiamo); è affrontar l'apnea tra inspiro ed espiro (quante volte al giorno lo facciamo senza rendercene conto?); è non temere il buio quando il sole tramonta.. 

In poche parole, danzare è, per me, non "identificarsi" né in una condizione, né nell'altra. Siamo in un mondo di polarità.. e non è detto che - dice Hillman - le mille giravolte della vita non stiamo tracciando, al di là dell'apparenza, un percorso preciso, con tanto di direzione.

E' quello che dobbiamo fare: noi siamo esseri chiamati a danzare... poiché l'uomo è DOPPIO (due gambe, due occhi e, persino, forse non ci crederai, due nasi e due cuori.... a te svelare il "koan"). Cosa importante da apprendere, dunque, sta nel non cercare di identificarsi in alcuna delle due metà... Mi spiego? Passiamo una vita a cercare di identificarci in questo o in quello... E così continuiamo ad "arredare tunnel" scambiando per "casa" ciò che è solo un luogo di passaggio...

Oggi, inoltre, si tende a patologizzare tutto... depressione in primis! Non entro nel merito della questione, peraltro delicata.. Dico solo che, se imparassimo a "legittimare" la parte in ombra della vita (che, tutti sappiamo, non è fatta solo di cose "luminose", per restar nella metafora) forse, allora, potremmo ricordarci della danza! Che significa "danzare fra gli opposti", non irrigidirsi in uno di essi.. Luce e buio, buio e luce... fanno il "giorno" sulla terra! Il "buio" non è pathos, è necessario!! 

"All'inizio è il buio" dicevano gli antichi filosofi. Ogni NASCITA, INIZIA NEL BUIO, come ogni cammino di iniziazione. Ma ricordiamoci di non "arredare il tunnel"!
Normale che un "essere in crescita" viva questa "angoscia da mancanza di OIKOS" cioè da "mancanza di casa"... E' un segno del Cammino. L'Essere in Cammino "legittima" il suo esilio, il suo sentirsi straniero sulla terra. Percepisce una "terra promessa", ma al momento ancora non la vede... 

La trappola qual è? Credere che tutto sia inutile.. che sia un gioco perverso ai nostri danni.. Che non esista via d'uscita! In questo caso la via d'uscita, molto probabilmente, esiste ma alberga altrove, ad un altro livello di coscienza.. Inutile cercare sempre entro il perimetro della nostra cameretta..

Puoi provare tutte le pratiche che il cammino ti offre, ma ricorda: queste funzioneranno solo quando saranno attivate dal tuo cammino di consapevolezza... 

Poiché sei sempre TU il fulcro del tuo cambiamento, e MAI le tecniche, i fiori di qualunque natura o medicina alcuna, bisturi o canto sciamanico.


Un caro saluto e augurio, e non dimenticare che la ricerca è "già" la luce...



Foto: slide da Al di là del velo. Il rito dell'incontro fra la morte e la vita

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